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Si riportano di seguito gli Stili di Wushu insegnati nell’ambito dei programmi di studio dell’Accademia Nazionale Italiana Wushu.
Lóng Huà Quān: “eminente trasformazione del pugno”
Il Long Hua Quan si suddivide in “metodo dell’acqua” (Shuì Fa), “metodo del fuoco” (Huô Fa) e “metodo dell’acqua bollente” (Kaishuì Fa). Chin Na San è lo pseudonimo di Long Hua Quan. Chin Na indica le “tecniche del carpire e dell’afferrare” e “San” significa tre e si riferisce ai tre gruppi di Chin Na di cui lo stile è composto.
Il Long Hua Quan è la più pura espressione del Wushu classico tradizionale cinese. È l’evoluzione per eccellenza delle tecniche di difesa e di attacco e si serve, complessivamente, anche di sei armi proprie. Le tecniche a mani nude sono applicabili su uno o più avversari con o senza armi. Fondamentale in questo stile è l’abilità nell’uso degli arti superiori e inferiori. Questo stile viene fatto risalire al VI-VII secolo a.C. (Dinastia Zhou orientale).
Nan Shi Long Xing Quan: “presa in forma del dragone”
Stile del Sud della Cina (Nan Quan), noto anche come Long Ying Kwan, metodo Mor Kiu, della famosa scuola Lam Jia. Stile caratterizzato da movimenti ampi e rapidi, prevalentemente circolari, che imitano i movimenti a spirale degli artigli del drago. Notevole importanza assumono i movimenti delle anche e le tecniche di equilibrio, nonché i passi e le tecniche di mani e braccia. Si applicano spesso anche le tecniche di spazzata (Sao Tui). Questo stile offre un programma molto vasto, che spazia dai Jibengun ai Bu Fa, dai Buxing ai Chaolié kunghé e alle Daodi Fa. Esso comprende inoltre diverse applicazioni pratiche, eseguite sia in singolo che in coppia e a sequenza continua. In questo stile si studiano le “9 forme” (Jiu Taolu), le tecniche con le armi (Qixié) e i metodi Long Xing Chin Na e Mor Kiu. Il secondo metodo costituisce l’essenza profonda di questo stile. Particolare attenzione è rivolta agli esercizi da combattimento prestabiliti e al combattimento tradizionale a livello puro (Sanshou – Duilan).
Xing Yi Quan: “trasformazione del pugno nella volontà e nello spirito”
Il nome di questo stile viene tradotto anche come la “forma del combattimento e della mente” oppure “boxe della forma e della mente”.
Xing = “forma”, “trasformare”
Yi = “mente”, “volontà”
Quan = “pugno”, “combattimento”
Il Xing Yi Quan rappresenta un modo di combattere in cui intelletto e strategia di combattimento guidano e trasformano le tecniche in un’unica entità, tra mente e corpo. I 12 animali appartenenti alla famiglia di questo stile sono: dragone, scimmia, tigre, serpente, cavallo, gallo, coccodrillo, rondine, falco, colomba, aquila e orso. Il Xing Yi Quan è uno stile interno (Nei Jia) molto potente. Richiede una significativa abilità negli spostamenti, potenza nelle gambe, notevole elasticità nelle anche e un perfetto sincronismo tra arti inferiori e superiori, oltre che ad uno spiccato senso dell’equilibrio.
Nota: solo per Insegnanti e NON per principianti.
Ba Gua Zhang: “palmo degli 8 trigrammi”
Ba = 8
Gua = “trigramma”
Zhang = “palmo” della mano
Anche il Ba Gua Zhang è uno stile interno. Gli 8 trigrammi fanno parte della cultura e della filosofia tradizionali cinesi, legate al mondo taoista. Gli otto trigrammi si riferiscono alle radici esoteriche, anch’esse alla base di questo stile. Ciò risulta dalle interpretazioni divinatorie dell’Yi Ching, caratterizzato da 64 esagrammi, ciascuno dei quali si compone di tre linee orizzontali sovrapposte, intere o spezzate. Il Ba Gua Zhang è l’arte dei movimenti circolari per eccellenza. Tutti i movimenti si eseguono attorno a un cerchio immaginario, il cui diametro varia da 1,80 metri a circa 3 metri. Gli adepti ne descrivono la circonferenza con movimenti sinuosi dei piedi a passo scivolato, ruotando su sé stessi per poi ripartire in senso opposto. Il movimento si esegue sviluppando una lunga linea ellittico-circolare a forma di 8. Tutto è sempre eccezionalmente rotondo: tecniche di attacco e di difesa. La tecnica inizia molto lentamente affinché lo spirito si plachi e il praticante possa sentirsi totalmente cosciente dei complicati meccanismi fisiologici e psicologici in gioco. Questo stato di calma consente inoltre al Qi, l’“energia vitale”, di circolare liberamente in ogni fibra e cellula del corpo. Nel Ba Gua Zhang si effettuano posizioni difensive e/o di attacco, dette “dinamiche”. Queste imitano il serpente, il leone, il dragone, la scimmia bianca e il falco.
Nota: solo per Insegnanti e NON per principianti.
Tai Ji Quan: “pugno del grande inizio”
Il Tai Ji Quan rappresenta una branca importante nella tradizione marziale cinese. Il nome deriva dal termine filosofico Tai Ji = “grande inizio”. Gli stili interni superano quelli esterni (Wai Jia) in quanto più difficili, ma non sono impossibili da apprendere. Tutti gli stili interni hanno una matrice taoista. Il Tai Ji Quan, il Xing Yi Quan e il Ba Gua Zhang formano la triade degli stili interni. I movimenti del Xing Yi, del Ba Gua e del Tai Ji testimoniano l’appartenenza alla famiglia degli stili interni del Wushu, completamente ispirata ai postulati della metafisica taoista. In Cina si è soliti attribuire la paternità del Tai Ji Qaun a Chen Wang Ting, anche se il suo più probabile creatore è stato il monaco taoista Zhàng San Féng, vissuto nel XIV secolo d.C. Chen Wang Ting era un taoista laico, vissuto nel 1500, creatore dell’omonimo metodo Chen. Nel 1° stile Chen del Tai Ji Quan si distinse il “vecchio” dal “nuovo ordinamento” durante la 14a generazione. Più tardi, lo stile diede vita al Tai Ji Quan delle scuole Yang, Wu (Tiyi Jia), Sun, Wu (Tiér Jia) e Hào Hé. Dalla scuola Chen, quindi, uscirono famosi Maestri di Tai Ji, che a loro volta fondarono un metodo proprio sebbene, a onor del vero, tutti furono influenzati da ciò che il Maestro Chen Wang Ting aveva già formulato a grandi linee mentre era ancora in vita, condizionando il futuro di tutti gli altri cinque metodi o stili, che comunque compongono la grande famiglia del Tai Ji Quan.
Nota: solo per Insegnanti e NON per principianti.
Qi Gong: “arte del respiro” – (pronuncia: Ci Kung)
Qi = “respiro”, “energia vitale”Gong = lavoro necessario a produrre questa energia
Obiettivo di base della pratica del Qi Gong è raggiungere la longevità nutrendo e preservando le “tre gemme”. Questo avviene tramite svariate forme e tecniche incentrate soprattutto sul “controllo del corpo” (Tiao Shen), raggiunto praticando vari tipi di “esercizi fisici” (Lian) e applicando il “metodo delle posture” (Bu Fa). Il “controllo del respiro” si articola in una miriade di tecniche e pratiche respiratorie legate al Qi. Si ha infine il Tian Xin, che consiste in tecniche di meditazione e consente il distacco da ogni forma di emozione.
Nota: solo per Insegnanti e NON per principianti.
Ba Wang Lian Xuexiao: “scuola degli 8 Wang Lian”
Questo stile è noto anche come “Scuola degli 8 esercizi imperiali”, stile del Nord della Cina appartenente al Chang Quan tradizionale. Questo stile fu creato esclusivamente per le classi militari nel periodo incluso tra le dinastie imperiali Song e Ming dal maestro Hu Xiao Li – vissuto sotto la dinastia Song – e dal famoso generale Luò Chang Mo, maestro d’armi della dinastia Ming nonché luogotenente del grande generale Xu Da. Quest’ultimo è colui che nel 1368 sconfisse la dinastia mongola degli Yuan. Questo stile si sviluppa su linee rette e comporta notevoli difficoltà sul piano fisico e tecnico. Si basa principalmente su 8 Wang Lian, conosciuti come “8 esercizi imperiali”. Essi sono vere e proprie forme (Taolu) estremamente complesse, in particolare il settimo e l’ottavo. In questo stile il praticante deve possedere una notevole prestanza fisica e agilità, unitamente a uno spiccato senso di coordinazione tra arti superiori e inferiori. Il programma prevede inoltre lo studio dei Jibengun, Bu Fa, Buxing, Phingheng, Chaoliè Kunghé, Taolu, Qixié e Ba Wang Chin Na. Esiste anche un programma particolarmente vasto dedicato al combattimento prestabilito e a quello classico. Questa scuola si rifà al buddhismo nella più pura tradizione Chan, pur avendo seguito un percorso prettamente di carattere militare. Essa osserva comunque i “tre principi” o “tre pratiche” (San Shiji), che sono il “precetto” (Jiàogui), la “meditazione” (Chénsi) e la “saggezza” (Zhìhuì).
Nota: solo per Insegnanti e NON per principianti.
Nan Quan: “boxe ombra del Sud”
Questa espressione designa tutti gli stili di Wushu sviluppati in Cina a sud del grande fiume Yangtze (Changjiang). Si tratta, questa, di un’area geografica estremamente vasta in cui ogni provincia ha dato vita a stili molto particolari e diversi tra loro. Nan Quan e Chang Quan non sono due stili specifici di Wushu, bensì ciascuno l’insieme di tante realtà stilistiche differenti. Al Nan Quan appartengono tutti gli stili del Sud della Cina, al Chang Quan quelli del Nord. Il Nan Quan è caratterizzato da potenti movimenti e vigorose tecniche di difesa e di attacco sia di mani che di gambe. Gli arti inferiori sono saldi al suolo. Le posizioni sono molto basse e stabili, il passo è serrato e potente. Occasionalmente, il praticante emette un forte grido ventrale (Fashenghanjiao). Tra gli stili più diffusi del Nan Quan si annoverano: Yunchun e Wuzu (Provincia Fujian), gli stili delle Famiglie Hong, Liu, Cai, Li, Mo, oltre agli stili Long Ying Quan & Lam Shì Nan Quan (della Famiglia Lam). Vi sono inoltre gli stili Wu Lin Nan e Huang Feihong (Provincia Guangdong). Da non dimenticare che anche altre Province cinesi del Sud hanno prodotto Stili di Wushu affascinanti e particolari.
Nota: solo per Insegnanti e NON per principianti.









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